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LETTERA APOSTOLICA IN FORMA DI
«MOTU PROPRIO»

DEL SOMMO PONTEFICE
FRANCESCO

FIDE INCENSUS

CON LA QUALE VIENE CONCESSO A TUTTI GLI ORDINI, ALLE CONGREGAZIONI E ALLE COMUNITÀ
CHE SI ISPIRANO AL CARISMA DI SANTO SPIRITO IN SASSIA,
IL CULTO LITURGICO DI FRATEL GUIDO DI MONTPELLIER, CON IL TITOLO DI BEATO

«Infiammato di fede, ardente di carità, talmente pio e amante dei poveri da onorarli come maestri, venerarli come patroni, amarli come fratelli, curarli come figli, infine venerarli come immagine di Cristo» (P. Saunier, Dissertazione sul Santo Capo dell’Ordine di Santo Spirito: in cui si tratta dell’origine e dello sviluppo di tutto l’Ordine, specialmente dell’espansione della Casa romana, delle sue prerogative e della sua struttura, Lione 1649, p. 32). Con queste parole Pietro Saunier descrisse la fede profonda di Guido di Montpellier, che lo ispirò a dedicare la propria vita al servizio dei più bisognosi.

Guido nacque nella seconda metà del XII secolo, nella città francese di Montpellier, da una famiglia benestante. Prima dell'anno 1190 iniziò a servire i poveri e i bisognosi, fondando per loro una casa-ospedale nella periferia di Montpellier. Sin dall'inizio Guido affidò questa opera di misericordia allo Spirito Santo.

In breve tempo Guido trovò molti seguaci che, ispirati dal suo esempio, volevano servire i poveri e i bisognosi. Nacque così una comunità, i cui membri erano uomini e donne, laici ed ecclesiastici.

Lotario di Segni, futuro papa Innocenzo III, durante i suoi studi in Francia, conobbe le opere di misericordia compiute da Guido e, in seguito alla sua elezione al Soglio di Pietro, diede ad esse il suo appoggio.

Nella bolla Hiis precipue del 22 aprile 1198, chiedendo a tutti i vescovi di sostenere le iniziative di Guido di Montpellier, papa Innocenzo III scrisse: «Dunque, come abbiamo appreso dal resoconto veritiero di molti, l’ospedale di Santo Spirito, che la sollecitudine del diletto figlio fratel Guido ha costruito a Montpellier, tra gli altri ospedali di nuova erezione, risplende per religiosità e pratica un’ospitalità di maggiore carità, come coloro che, fatta esperienza delle loro elemosine, hanno potuto apprendere in modo più pieno. Lì, infatti, vengono ristorati gli affamati, i poveri vengono vestiti, agli ammalati sono somministrate le cose necessarie e ai più bisognosi viene offerta una maggior consolazione, sì che il maestro e i fratelli di tale casa devono esser detti non tanto accoglitori dei bisognosi, quanto piuttosto servi, e coloro che caritatevolmente distribuiscono ai poveri le cose necessarie, tra i poveri son davvero quelli bisognosi» (Hiis precipue: ed. critica ex registris Vaticanis: O. Hageneder – A. Haidacher (cura), Die Register Innocenz’ III, p. 139).

Il 23 aprile 1198 l'ospedale di Montpellier passò sotto la diretta giurisdizione della Santa Sede e il Sommo Pontefice confermò la regola monastica preparata da Guido per la sua comunità: «Mentre approviamo quanti eleggono la vita religiosa e le altre cose ad essa connesse, prendiamo sotto la protezione del beato Pietro e nostra e tuteliamo col privilegio del presente documento il suddetto ospedale di Santo Spirito costruito a Montpellier, nel quale vi siete dedicati al servizio divino, [...] stabilendo che tutte le case che legittimamente possedete nel presente e potrete ragionevolmente acquisire in futuro, debbono dipendere dal predetto ospedale di Santo Spirito di Montpellier, e così pure i loro procuratori devono essere soggetti a te, fratel Guido, e ai tuoi successori, umilmente obbedendo e umilmente ricevendo e serbando la tua correzione e quella dei tuoi successori» (Religiosam vitam eligentibus, O. Hageneder – A. Haidacher (cura), Die Register Innocenz’ III, p. 142-143).

Nel 1198, oltre all'ospedale di Montpellier, la comunità contava già altri dieci luoghi simili nel sud della Francia e due a Roma. Con la bolla Cupientes pro plurimis, emessa ad Anagni il 10 dicembre 1201, la chiesa di Sancta Maria in Saxia a Roma (oggi chiesa di Santo Spirito in Sassia) insieme alla domus hospitalis, fondata dallo stesso Innocenzo III tra il 1198 e il 1201, fu affidata alla cura di Guido de Montpellier e dei suoi compagni.

Guido, desideroso di realizzare il più fedelmente possibile l'ideale di misericordia proclamato da Gesù, delineò un obiettivo molto ampio per la sua opera, che mirava ad abbracciare l'uomo nella sua totalità, nell'anima e nel corpo, e si estendeva dai più piccoli ai più anziani. «Il sofferente è il Signore, medici e infermieri sono i suoi servitori» - raccomandava Guido nel Liber Regulae ospitalis Sancti Spiritus. L'ideale di aiutare tutti si concretizzò in modo particolare nella cura dei neonati abbandonati e dei bambini indesiderati. Oltre all'assistenza materiale e spirituale per le madri lasciate sole e per le prostitute, nell'Ospedale di Santo Spirito in Sassia venne costruita una delle prime ruote degli esposti, dove i neonati potevano essere lasciati anonimamente sotto la cura della comunità di Guido. I bambini abbandonati ricevevano così un'opportunità di sviluppo integrale nella domus hospitalis. Guido non si limitò solo ad aiutare coloro che venivano da lui, ma incoraggiò le consorelle e i confratelli ad uscire per le strade in cerca dei bisognosi. A questo servizio incondizionato verso i poveri il fondatore di Montpellier univa la contemplazione religiosa dell'amore di Dio. Da questo costante incontro con Dio egli traeva le forze per servire gli sfortunati, divenendo per loro fonte di conforto, di gioia e di pace.

Il 19 giugno 1204 con la bolla Inter opera pietatis papa Innocenzo III riconfermò il nuovo ordine e la sua giurisdizione sopra l'ospedale romano presso la chiesa Sancta Maria in Saxia, facendone la casa generalizia per tutto l'ordine.

Guido morì a Roma, nei primi mesi del 1208. Innocenzo III nella bolla Defuncto Romae ribadì l'importanza delle opere di misericordia da lui iniziate e la necessità che fossero portate avanti dai suoi successori.

La memoria dell'umile e modesto servitore di poveri di Montpellier fu silenziosamente conservata per i successivi quattro secoli nei monasteri e negli ospedali, che vivevano secondo la regola redatta da Guido. Le successive generazioni di sorelle e di fratelli, ispirate dalla fede e dalla vita del loro Fondatore, lo hanno ricordato nella preghiera quotidiana e nel fedele adempimento del carisma del loro ordine.

Pietro Saunier, nell'immagine di Guido inclusa nella sua opera sopra menzionata, mise la seguente iscrizione relativa alla sua morte, che tanto ci dice su come lui veniva ricordato: «Guido/dei Conti di Montpellier/Fondatore dell’Ordine di S. Spirito/ Ha raggiunto il porto Guido a cui il soffio dello Spirito/ la Regola, la bussola, il timone fu la Santa Croce» (p. 10). Invece Odorico Raynaldi negli Annales Ecclesiastici pubblicati nel 1667 così scrisse di Guido: «... era fondatore del religioso ordine degli Ospitalieri, fu caro a papa Innocenzo per l’esimia santità, e meritò il nome di Beato, originario di Montpellier» (p. 25).

Anche oggi l'opera di Guido porta numerosi e buoni frutti, grazie alle comunità religiose che aiutano instancabilmente i poveri, continuando le opere di misericordia iniziate dal loro fondatore a Montpellier. Questo genere di vita, spesa a servizio dei bisognosi, ispirata dalla fede nelle parole e nelle opere di Gesù Cristo, è quella di cui ci parla il Concilio Vaticano II: «Come Cristo percorreva tutte le città e i villaggi, sanando ogni malattia ed infermità come segno dell'avvento del regno di Dio, così anche la Chiesa attraverso i suoi figli si unisce a tutti gli uomini di qualsiasi condizione, ma soprattutto ai poveri ed ai sofferenti, prodigandosi volentieri per loro» (Ad Gentes, 12). E poi riprende: «Dello stesso zelo siano animati i religiosi e le religiose, ed anche i laici verso i propri concittadini, specie quelli più poveri» (ibid., 20).

L'esempio di Guido de Montpellier, uomo assolutamente unico nella sua umile vita spirituale, nell'obbedienza e nel servizio ai poveri ci ha sempre attratto e ispirato. Crediamo, pertanto, che sia giunto il momento in cui egli debba essere presentato in modo speciale alla Chiesa di Dio, alla quale continua a parlare attraverso la sua fede e le opere di misericordia.

Considerati i lodevoli giudizi espressi da alcuni nostri Predecessori circa la santità di vita di Guido de Montpellier, e dopo le numerose richieste costantemente inoltrate da Cardinali, Vescovi, Religiosi, e soprattutto da Ordini, Congregazioni e Istituti ispirati alla Regola e alla vita di Guido, nonché da laici, che si sono rivolti alla Santa Sede per conferire gli onori liturgici a Guido di Montpellier, Noi, con sicura consapevolezza, considerati gli eccellenti meriti di Guido de Montpellier, finora presenti nella Chiesa, di nostra volontà, per il bene delle anime, abbiamo deciso di concedere uno speciale segno di grazia.

Perciò, con la Nostra autorità Apostolica, iscriviamo nel catalogo dei Beati Guido di Montpellier la cui memoria, con la Liturgia delle Ore e la Celebrazione eucaristica da collocare il 7 febbraio, diamo disposizione che sia in tale giorno obbligatoria per gli Ordini, le Congregazioni e gli Istituti di Santo Spirito in Sassia nonché per gli Istituti che si ispirano al carisma di Guido.

Dato a Roma, presso il Laterano, il 18 maggio 2024, Vigilia della Solennità di Pentecoste, XII anno del Nostro Pontificato.           
                                               

FRANCESCO



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